
La Rivoluzione Bolscevica del 1917 aveva sconvolto profondamente la società russa, aprendo le porte a un nuovo ordine sociale fondato su principi di uguaglianza e giustizia sociale. Tra i tanti ambiti che necessitavano di una profonda riforma, l’istruzione occupava un posto centrale.
L’immenso impero zarista, nonostante avesse compiuto notevoli progressi in alcuni settori, soffriva di un analfabetismo endemico che colpiva ampie fasce della popolazione. L’accesso all’istruzione era limitato a una piccola élite, mentre le masse contadine e operaie rimanevano escluse da questa fondamentale opportunità. Il nuovo governo sovietico, guidato da Lenin e dai bolscevichi, comprese immediatamente l’importanza di abbattere queste barriere e di rendere l’istruzione accessibile a tutti i cittadini.
In questo contesto storico si inserisce il Decreto sull’Educazione del 1918, un documento fondamentale che ha segnato una svolta epocale nella storia dell’istruzione russa. Il decreto, approvato dal Consiglio dei Commissari del Popolo, sanciva l’introduzione dell’istruzione obbligatoria e gratuita per tutti i bambini tra i 7 e gli 14 anni. Inoltre, promuoveva la creazione di scuole elementari in ogni villaggio e città, con lo scopo di garantire a ogni bambino l’accesso alla conoscenza.
Le ragioni che spinsero il governo sovietico ad approvare questo decreto sono molteplici:
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Lotta contro l’analfabetismo: Il livello di analfabetismo nella Russia zarista era elevatissimo, rappresentando un serio ostacolo allo sviluppo economico e sociale del paese.
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Creazione di una società egualitaria: L’accesso all’istruzione per tutti, indipendentemente dalla classe sociale o dalle origini economiche, era visto come un elemento fondamentale per costruire una società più giusta ed equa.
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Formazione di una nuova classe operaia: Il governo sovietico intendeva formare una nuova generazione di lavoratori qualificati, in grado di sostenere la crescita industriale del paese e il processo di modernizzazione.
La messa in pratica del decreto non fu semplice: la Russia si trovava nel mezzo di una guerra civile, con ampie aree del territorio sotto controllo dei Bianchi (i nemici dei bolscevichi). Inoltre, le risorse finanziarie erano scarse e il numero di insegnanti qualificati era insufficiente per far fronte alla sfida.
Nonostante queste difficoltà, i bolscevichi si impegnarono con tenacia per realizzare il loro progetto educativo. Si organizzarono campagne di alfabetizzazione tra gli adulti, si formarono nuovi insegnanti attraverso corsi intensivi e si cercarono fondi per costruire nuove scuole. Il risultato fu un aumento significativo del numero di persone che frequentavano la scuola:
- Nel 1913: circa il 42% della popolazione era alfabetizzata
- Nel 1926: il tasso di alfabetizzazione raggiungeva il 75%, dimostrando l’impatto positivo del decreto.
Il Decreto sull’Educazione del 1918 ebbe un impatto profondo sulla società russa, contribuendo a:
- Ridurre drasticamente il livello di analfabetismo.
- Favorire la mobilità sociale: L’istruzione offriva ai cittadini più umili la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita.
- Sviluppare una coscienza politica e sociale tra la popolazione: La scuola diveniva un luogo di formazione ideologica, dove si propagavano i principi del comunismo e si formavano i futuri leader della società sovietica.
Tuttavia, il modello educativo sovietico non fu privo di critiche. Il controllo politico sull’istruzione limitava la libertà di pensiero e la pluralità di opinioni. L’insegnamento veniva spesso utilizzato come strumento di propaganda, mettendo in secondo piano la formazione critica e l’apprendimento autonomo.
Nonostante queste critiche, il Decreto sull’Educazione del 1918 rimane un evento storico importante che ha segnato un punto di svolta nella storia dell’istruzione russa. Ha contribuito a democratizzare l’accesso alla conoscenza e ha aperto la strada a una società più giusta ed egualitaria, almeno sulla carta.
Tabella: Il cambiamento nell’alfabetizzazione in Russia:
Anno | Tasso di alfabetizzazione (%) |
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1913 | 42 |
1926 | 75 |
L’esperienza sovietica offre spunti di riflessione ancora oggi, mettendo in luce l’importanza cruciale dell’istruzione come strumento di sviluppo sociale e personale. Allo stesso tempo, ci ricorda la necessità di garantire che l’educazione sia libera da condizionamenti politici e ideologi, promuovendo invece il pensiero critico, la creatività e il rispetto per la diversità di opinioni.